Di fronte a una crisi di natura strutturale, sta finendo una civiltà e ne sta cominciando un’altra.
Ogni passaggio epocale assomiglia alla notte.
I parametri di ieri non servono più e quelli di domani non ci sono ancora.
Progettare il futuro è come fare un salto nel buio.
Meglio renderci capaci di autocorrezione e autovalutazione, attingendo a quella riserva di positività che ognuno di noi per fortuna ha, sforzandoci di credere.
Credere più a noi stessi ma con intelligenza, perché se in noi ci crediamo con intelligenza arriviamo a crederci anche con il cuore.
Allora tutto diventa più facile.
Solo cosi ci salviamo.
Cambiando, rimodellando i contorni della
prospettiva prendendo decisioni che sappiamo già in partenza richiederanno
dedizione, impegno e sforzi.
Aveva ragione Darwin.
Diceva che non è il più forte a sopravvivere, né il più intelligente, ma colui che è più pronto al cambiamento.
Solo cosi si riesce a sopravvivere; con un cambiamento anche di mentalità in qualità e quantità.
A volte dobbiamo perfino ad arrivare a favorirlo, se non addirittura provocarlo per non fossilizzarci nella situazione che abbiamo raggiunto.
Con volontà di crescere, di migliorarci e realizzare le nostre migliori capacità.
Cremona 3 settembre – lavori in corso
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